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Carissimi amici,

si avvicina a grandi passi l’inizio della nostra sagra, sagra che quest’anno si fregia del titolo che da tanto tempo aspettavamo: IGP. Finalmente il piatto principe della nostra tradizione è pronto come sempre ad essere servito nei vostri piatti, buono e gustoso come sempre, ma si arricchisce della corona che si merita.

Vi aspettiamo quindi dall’11 agosto alla nostra SAGRA DELLA ZUCCA E DEL SUO CAPPELLACCIO FERRARESE IGP con i cappellacci e tante specialità alla zucca, e tutte le sere spettacoli, musica dal vivo, baby dance per i più piccoli e mercatini. Sarà un Ferragosto eccezionale e noi vi aspettiamo anche a pranzo, come la domenica, perchè la festa sia sempre in compagnia. Consultate il nostro menù, gli spettacoli che abbiamo preparato per voi e non dimenticate che è sempre possibile l’asporto e la possibilità di concordare per i gruppi, un menù a prezzo fisso. Contattateci e lo facciamo su misura per voi, oppure possiamo suggerirvelo noi, e sarà sempre delizioso da leccarsi i baffi!

DALL’11 al 21 AGOSTO 2016
DOMENICA  E FERRAGOSTO APERTO ANCHE A PRANZO

S.S. 101 – CAMPO SPORTIVO – SAN CARLO (FE)
Coordinate GPS: 44°48’01.56”N  11°24’35.64E
info: 349 6345225 • prenotazioni: 347 3241760
Stand coperto
Apertura: dalle ore 19,30 / Domenica ore 12,30 e 19,30

Anche per asporto. E’ gradita la prenotazione telefonica, oltre le 4 persone.

Programma degli spettacoli AGOSTO 2016

TUTTE LE SERE BABY DANCE ore 20,30-21,30 e MUSICA DAL VIVO & MERCATINI

11 Agosto Esibizione POLE DANCE scuola Pole Dance Style
12 Agosto BEBE VERGNANI ‘One Man Band”
13 Agosto CRASH MACHINE Cover band
14 Agosto SERATA KARAOKE balli di gruppo con DJ MAURI and friends
15 Agosto Serata remember gruppo KONTIKI IN TOUR ’70 -’80 -’90 DJ MATTEO E DJ LUZ
16 Agosto Serata danzante con MERI RINALDI
17 Agosto Esibizione HIP HOP Random Family Esibizione Zumba Zin A.Vassalli Team Zin ospiti Team allievi
18 AgostoS.CARLO CANTAAA” Voci nuove in gara per un giorno da star giuria ufficiale: Poltro Sax Machine -Mike dei 60 Lire-Benedetta Kim
19 Agosto Esibizione LATINO AMERICANO scuola Dance Style Club
20 Agosto CRISTIAN E RAMIN in concerto
21 Agosto S.CARLO FASHION NIGHT Passerella di moda e musica

GRAZIE a tutti coloro che collaboreranno e in particolare alle nostre ARZDORE che realizzeranno i cappellacci

State con noi! Passeremo delle belle serate! Un cappellaccio in compagnia, 4 salti in musica, gli amici che preferite…e la serata va!

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Cari amici buongustai,

le avete attese e finalmente ve le possiamo presentare: le nuove ceramiche tematizzate con decori che ricordano e che troveranno posto sia nel vostro cuore che sulle vostre tavole: per un regalo simpatico, per decorare la vostra cucina, per servire i piatti alla zucca…vedete voi 😉

zucca di ceramicaceramiche zucca

E per chi le attendeva con ansia, ecco le confetture zucca e amaretti: sono davvero speciali e piene di gusto. Fateci sapere come preferite mangiarla, facciamo un’indagine di gusto!

 

confettura zucca amaretti

Per info, costi e prenotazioni: contattateci allo 349 6345225.

A presto, buongustai!!!

 

“Tortelli tortelli,
cosa squisita
voi date la vita;
il mondo non ha
di voi ne averà
conforti più belli
tortelli, tortelli.”
Così vengono esaltati i tortelli nelle settecentesche ricette di Giovan Battista Fagiuoli.
Se è vero che i caplaz ferraresi trovano la propria consacrazione nei banchetti rinascimentali è pur vero che i loro progenitori tortelli e ravioli sono già presenti nel Medioevo quando inizia a diffondersi il modello alimentare della pasta ripiena che sarà una caratteristica distintiva delle minestre di area padana. Etimologicamente raviolo sembra derivare da raveggiolo, un formaggio utilizzato nell’impasto. Nel XV secolo tortelli e ravioli saranno presenti nei manuali di cucina sull’intero territorio nazionale. Già nel Trecento però fra le possibili varianti troviamo la zucca. Nel Liber de Coquina di un anonimo autore della prima metà di quel secolo si trova la ricetta per fare “tortelli di zucche di Quaresima”.

“Togli zucche secche e ben lesse e mandorle monde e ben peste e quantità d’erbe olienti e ben peste con queste cose: e buono olio e spezie e con questo battuto fa tortelli piccoli, friggili e polverizzali di zucchero”.

(Da “Favolosa Zucca” di Giuliana Berengan)

Origini e storia dei cappellacci di zucca ferraresi protagonisti nei banchetti estensi ed illustri rappresentanti del connubio rinascimentale fra dolce e salato

Correva l’anno 1557 quando Giovan Battista Rossetti entrò al servizio del duca di Ferrara Alfonso II d’Este in qualità di scalco, un incarico particolarmente importante che gli assegnava il compito di organizzare e soprintendere al grandioso rituale del banchetto. Ferrarese di nascita, espertissimo “ad ordinare banchetti all’italiana e all’alemanna, di varie e bellissime invenzioni e desinari e cene familiari per tutti i mesi dell’anno” al suo nome sono legati i “tortelli di zucca con butirro” ovvero gli antenati dei cappellacci: a loro è dedicato un capitolo del suo trattato Sullo Scalco edito nel 1584.

L’opera non contiene vere e proprie ricette poiché era compito del cuoco, una figura di rango inferiore rispetto alla scalco, dosare gli ingredienti.

Ci offre invece interessanti indicazioni sull’andamento stagionale dei cibi, sulle circostanze ed il rango dei fruitori. Così apprendiamo che i tortelli sono una presenza ricorrente nei menù nobiliari da agosto fino a gennaio. Fanno eccezione quelli della Quaresima, un particolare che sottolinea l’originalità dei cappellacci ferraresi rispetto all’usanza di altre città italiane di inserire i tortelli di zucca nei menù di magro o penitenziali.

La zucca raccolta ad agosto e lasciata poi maturare al sole fino a novembre si conservava fino a gennaio, ma poteva essere utilizzata tutto l’anno grazie all’arte della conservazione: tagliata a fette o intera veniva fatta essiccare.

 

 

Alfredo Cattabiani nel suo Erbario pone la zucca fra le piante “che contengono sublimi misteri”. La zucca ripiena di molti semi fu considerata sin dall’antichità, Occidente come in Oriente, un simbolo di fecondità e di rinascita, di prosperità ed abbondanza.

La velocità con cui cresce e le dimensioni che può raggiungere in breve l’hanno associata ad una sorta di magia che trova la sua espressione nella favola di Cenerentola. Svuotata e trasformata in una splendida carrozza dalla bacchetta della fata, è l’allegoria del passaggio ad una nuova condizione di vita: dall’oscurità alla luce, dalla tristezza alla felicità.

Il valore simbolico della trasformazione della rinascita si ritrova anche nelle zucche che oggi caratterizzano la festa di Halloween, che si celebra nella notte tra il 31 ottobre ed il 1 novembre. Questa è in realtà la data che fra i Celti segnava il Capodanno ossia il passaggio per eccellenza da una vecchia ad una nuova condizione.

I Cinesi la chiamavano “l’imperatore dei vegetali”, il primo fra gli ortaggi. Il loro antenato mitico anziché sull’arca come Noè si salvò dal diluvio grazie ad una zucca. I Greci la ponevano nelle tombe come viatico che avrebbe aiutato a rinascere ed a salire in cielo. I semi della zucca si consumano all’equinozio di primavera che segna il passaggio all’uscita dall’inverno. Un mito indocinese racconta del diluvio che distrusse l’intera umanità ad eccezione di due giovani che si salvarono su una zucca: dalla loro unione ebbero origine le razze umane. Nell’ XI secolo i medici di Baghdad compilano il  Tachuinum Sanitatis che avrà grande diffusione nel Basso Medioevo. Uno di questi scienziati parlando della zucca, la definisce secondo i canoni della medicina medievale degli umori, di natura fredda e umida in secondo grado. Le migliori sono quelle fresche e verdi. Hanno la proprietà di mitigare la sete.

Il naturalista bolognese del Trecento Pietro De Crescenzi concorda sulla capacità della zucca di mitigare il calore e la consiglia dunque a quanti sono di “natura calda” come i collerici.

Per loro è ottima se col sugo di mele cotogne o delle melograne si dia o con agresto o con aceto di melograne.

Bartolomeo Sacchi, autore del primo trattato a stampa di cucina, nel 1487 la descrive così

Per lo più panciuta, meno spesso la forma di serpente. Nasce in terreni umidi e se e sta sospesa liberamente in alto. Dicono che qualche zucca sia arrivata a misurare fino a nove piedi di lunghezza. I medici dell’antichità affermavano che la zucca è acqua congelata:la sua natura è infatti umida e fredda.

Da lui apprendiamo inoltre il metodo usato dai contadini per conservarla.

Quando le zucche sono ancora tenere, le sbucciano, le tagliano a fette a guisa di serpente e le fanno essiccare per usarle come alimento durante l’inverno.

Nel 1596 a Venezia appare la traduzione della Historia naturale e morale delle Indie scritta dal gesuita Gioseffo Di Acosta. Qui troviamo notizie sulle zucche d’India:

…una mostruosità della sua grandezza che gli indios chiamano capellos la cui polpa di mangia specialmente per Quaresima cotta a lesso o in minestra. Mille sono le differenze di queste zucche, alcune sono così difformi di grandezza, che lasciandole seccare si fanno dei canestri per mettervi il restante pasto;degli altri piccoli si fanno vasi per il mangiare o il bere.

 

(Da “Favolosa Zucca” di Giuliana Berengan)